Grosseto viene descritta nel 1855 da
Emanuele Repetti, nel suo Dizionario
corografico della Toscana, edito a Milano:
"Città forte. Non grande, ben murata e
difesa da sei bastioni e da una rocca, con
due sole porte, una che guarda la
terraferma, l'altra, dalla quale si esce
verso il mare"
Le
prime notizie certe riferibili alla città
sono da datare all'alto medioevo, quando
Ildebrando degli Aldobrandeschi ricevette in
enfiteusi la chiesa di San Giorgio con
annessi alcuni suoi possedimenti nell'anno
803 d.C. L'egemonia degli Aldobrandeschi
grazie alla quale la città raggiunse la sua
maggior potenza e si trovò alla guida del
contado che spaziava su tutta l'area della
Maremma più vicina alla citta, durò sino a
tutto il XII secolo. Il governo degli
Aldobrandeschi fu estremamente indipendente
dai vicari imperiali tanto che l'autonomia
di Grosseto fu il motivo dell'assedio subito
durante la calata delle truppe tedesche in
quei territori da parte del duca Arrigo di
Baviera nel 1137 d.C.
Dopo che l'anno successivo la sede vescovile
di Rosselle passò a Grosseto e mentre si
cominciavano a manifestare i primi segni di
una nascente identità comunale, nel 1151
d.C. la città prestò giuramento di fedeltà
nei confronti di Siena, con la quale, già
all'inizio del XII secolo, aveva stretto
accordi per il dazio del sale. Nel 1222
d.C., per concessione degli Aldobrandeschi,
i grossetani ebbero la possibilità di
eleggere un podestà, tre consiglieri ed i
consoli; in questa occasione, tra
l'entusiasmo generale, essi ripudiarono il
giuramento fatto nei confronti di Siena che
con l'invio di 3000 soldati neI settembre
del 1244 d.C. ristabilì con la forza
l'obbedienza e provvide a sostituire gli
Aldobrandeschi.
Durante i venti anni di indipendenza,
esattamente nel 1224 d.C., Grosseto
ricevette la visita di Federico II, che
richiamò letterati e nobili da tutta la
penisola.
Umberto e Aldobrandeschi, una
volta deceduto il padre Guglielmo, tentarono
di riprendere ai Senesi i domini persi, ma
il tentativo naufragò: nel 1259 d.C.
Grosseto fu sconfitta e fu eletto podestà un
senese, che durò in carica però soltanto un
anno. Continuando la ricerca
dell'indipendenza dal dominio senese,
Grosseto partecipò alla battaglia di
Montaperti il 4 settembre 1260 d.C., alleata
con Firenze, ma ogni sforzo si rivelò vano
quando, dopo circa cento anni dovette,
definitivamente arrendersi a Siena.
In seguito non mancarono le ribellioni, ma
ciò che segnò profondamente la storia della
città fra la fine del XV secolo e l'inizio
del XVI, furono le pestilenze, in
particolare quelle del 1430 d.C. e del 1527
d.C.
Dopo che nel 1552 d.C. Grosseto si liberò
dal dominio degli Spagnoli che ne avevano
assunto il controllo, l'assoggettamento di
Siena a Firenze ed il trattato di Cateau
Cambresis del 3 Aprile 1559 d.C.
determinarono un sensibile mutamento nel
panorama politico dell'area. I Medici
decisero la trasformazione di Grosseto in
città fortificata dando il via alla
costruzione della cinta muraria, e, grazie
all'Ufficio dei Fossi istituito nel 1592
d.C. da Ferdinando I, alla costruzione di
strade e ad opere idrauliche di bonifica nel
territorio.
Tuttavia, negli anni a seguire, i Medici
trascurarono l'area del grossetano e fu
soltanto con la venuta dei Lorena e grazie a
Pietro Leopoldo, che prima, la provincia di
Grosseto divenne indipendente da quella di
Siena, e che dopo il 1815, per opera di
Ferdinando III, fu ripresa l'opera di
risanamento della Maremma. Anche Leopoldo II
proseguì i lavori in questo senso, tanto che
gli abitanti di Grosseto il 1 maggio 1846,
gli dedicarono un monumento nella piazza.
Durante il risorgimento tuttavia la città si
staccò dal granducato dei Lorena prendendo
parte con decisione alle lotte per
l'indipendenza, dopo che Leopoldo II si era
allontanato dalla guida di Firenze.
Oltre al già citato monumento a Leopoldo II
ed al Duomo, meritano una visita il Cassero
del Sale, costruito nel 1345 d.C. come sede
della Dogana del Sale ed il Palazzo della
Provincia, che Lorenzo Porciatti fece
erigere in Piazza Dante, in stile neogotico.
Duomo di
Grosseto
La basilica
dedicata a San Lorenzo
Il
Duomo di Grosseto dedicato a San Lorenzo
viene costruito sui resti della Chiesa di
Santa Maria dopo che il 9 aprile 1138 d.C.,
il vescovo Rolando, che appoggiava Innocenzo
II nel periodo dello scisma anacletiano,
ottiene dal papa l'autorizzazione a
trasferire la sede della "Rosellana
ecclesia" a Grosseto.
Durante l'arco del secolo XII, il ruolo di
cattedrale nella città viene svolto dalla
pieve di Santa Maria Assunta, posta grosso
modo nella parte absidale dell'odierna
costruzione, iniziata nel 1294 d.C., come si
evince dalle lapidi della facciata e
dell'interno, datate la prima 1294 d.C. e la
seconda 1295 d.C..
Dopo gli interventi avviati nel 1338 d.C. al
tempo della dominazione senese; nel 1402
d.C. viene elevato il campanile, restaurato
e modificato nel 1911.
La facciata ha perso l'aspetto originario,
venendo completamente rifatta tra il 1816 ed
il 1855 ma, a testimonianza dell'aspetto
originario della cattedrale, sono conservati
frammenti dell'epoca, come, ad esempio, i
simboli degli Evangelisti.
Tra il 1859 e il 1865 un altro massiccio
intervento di restauro dava all'interno del
duomo una veste "gotica" sino ad allora
sconosciuta che determinava al contempo la
scomparsa delle decorazioni originarie opera
del senese Sozzo da Rustichino.
Da ammirare, tra l'altro, una "Fonte
battesimale" e "l'altare della Madonna delle
Grazie", opere entrambe di Antonio di Paolo
Ghini realizzate fra il 1470 ed il 1474
d.C., la meravigliosa Madonna delle Grazie
di Matteo di Giovanni, anch'essa del 1470
d.C. e quella fiancata destra del duomo che,
con il suo portale incastonato da formelle a
bassorilievo e con bifore e tabernacoli
impiantati su pilastri, palesa con chiarezza
riferimenti allo stile senese.