La città di Prato
sorge su una pianura di origine alluvionale a nord ovest di
Firenze.
L'area, abitata già in epoca paleolitica vide alcuni
insediamenti di Liguri ed Etruschi, prima di subire una più
organizzata forma stanziale pianificata dai Romani.
Infatti, mentre a Roma
regnavano Silla e più tardi Ottaviano Augusto, questa zona
della Toscana fu destinata alla "centuriazione", una pratica
secondo cui le terre venivano suddivise in aree
approssimativamente di cinquanta ettari affidate ai veterani
dell'esercito.
In seguito alla dissoluzione dell'Impero Romano d'Occidente,
nella zona si stabilirono alcune comunità prima longobarde e
dopo il 880 d.C. di origine franca.
Intorno a questo periodo cominciano ad essere costruiti
nella località indicata come "Cornio", presso una
preesistente pieve di Santo Srefano, un borgo ed un
castello.
Prato viene citato sui documenti dell'epoca per la prima
volta nel 1142d.C., per indicare un borgo fortificato che
sarebbe sorto approssimativamente nell'area dell'attuale
centro urbano.
I conti Alberti che vantavano inizialmente il possesso
dell'area, quando il desiderio di autonomia della
popolazione comincò a diventare ingestibile, ne cedettero la
guida all'Imperatore.
Fra la fine dell'XI secolo e l'inizio del XII, la città di
Prato si estende a causa dell'incremento della popolazione
attirata dal fiorire delle attività commerciali, prime fra
tutte quelle della lavorazione della lana e del
caratteristico "marmo verde", la pietra serpentina,
determinando la necessità di una cinta muraria che
sostituisse quella del 1196.
Alla fine del XIII secolo il comune, che contava circa 17000
abitanti, entrò nelle mire espansionistiche di Firenze che
riuscì ad ottenerne il controllo nel 1351.
Una terza cerchia di mura venne portata a termine nel 1384,
ma a causa delle pestilenze della metà del secolo
l'andamento demografico non aveva continuato nel suo
naturale procedere tanto che il nuovo perimetro abbracciava
non solo abitazioni ma anche alcuni campi coltivati.
Nel 1512 e nel 1530 la
città fu due volte saccheggiata dagli eserciti imperiali
diretti a Firenze per restaurare la Signoria dei Medici, ciò
rese anche evidente la necessità di ristrutturare le mura
medioevali che non erano sufficienti per difendersi da
assalti condotti con l'artiglieria pesante.
Sei anni più tardi infatti, Antonio da Sangallo progettò
alcuni bastioni difensivi che furono ulteriormente
consolidati durante i restauri del 1574 affidati
all'architetto Bernardo Buontalenti. Ormai definitivamente
nell'orbita politica fiorentina, Prato tornerà ad uno
sviluppo economico, centrato sul rafforzamento del settore
tessile e manifatturiero, che di riflesso provocherà un
nuovo incremento tanto demografico quanto del tessuto
urbano.
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